CNQ

Circuiti Nanobionici Quasi Extra-dimensionali (Nanoquasici)
Estratti da WikiNet del 24-12-2076 – Approccio Superficiale

(…) Occorre premettere che il termine “circuiti” in questo caso può risultare fuorviante, in quanto di solito si riferisce a strutture artificialmente costruite, in maniera più o meno diretta, da esseri umani. In realtà i CNQ sono uno stato esotico della materia e in qualche modo dello stesso spazio tempo. (…)

(…) I primi esperimenti di nanotecnologia applicata a strutture viventi si svilupparono soprattutto nell’ambito della ricerca medica (nanomedicina), sia per valutare la presenza di rischi biologici derivanti dall’utilizzo dei nanomateriali, sia per creare nanovettori biocompatibili e biodegradabili ad uso biomedico allo scopo di ottenere farmaci più precisi e personalizzati. Man mano che le ricerche resero possibile la diminuzione di scala si iniziò a verificare la presenza di effetti legati alla fisica quantistica (…)

(…) A partire dalla seconda metà degli anni ‘40, con l’accensione della nuova generazione di acceleratori di particelle, basati sulle ultime scoperte relative al QGP (Quark-Gluon Plasma) e al nanomagnetismo, erano state notate “isole” energetiche in cui le particelle si comportavano in maniera stranissima, facendo sospettare a diversi ricercatori di trovarsi davanti un fenomeno di “nuova fisica”. Le particelle sembrerebbero seguire dei vettori che implicano una struttura spazio-temporale ripiegata come un origami multidimensionale. (…)

(…) Durante l’ormai famoso “Esperimento Montalcini” del 30 settembre 2052 venne scoperto che la struttura spazio-temporale poteva essere in buona parte “riprogettata” attraverso l’applicazione di determinate “frequenze di risonanza”. Fu in quell’occasione che il professor Giuseppe Montalcini, che aveva concepito e guidato l’esperimento, coniò il termine “Circuiti Nanoquasici”. Da quel momento si è scatenata quella che diversi commentatori hanno poi definito “la polemica scientifica del XXI secolo” (…)

(…) La ricerca sui CNQ divenne una sorta di crociata del professor Montalcini contro una buona parte del mondo della ricerca di base che, pur non potendo negare l’evidenza del fenomeno, si ostinò a svalutarne in ogni modo possibile la valenza rivoluzionaria. Il professore alla lunga vinse lo scontro, lasciando che a parlare per lui fossero i fatti sperimentali. Grazie al perfezionamento dei Glifi, contenitori a tecnologia avanzata di diverse forme – spesso stranamente simili a lettere e simboli usati già da millenni dalla specie umana – il “Team Montalcini” trovò il modo di creare dei “circuiti” sempre più complessi, fino a superare di diversi ordini di grandezza tutte le tecnologie di calcolo esistenti, ma non solo: la scoperta più importante fu la capacità di tali circuiti di risolvere problemi logico matematici considerati fino ad allora insolubili, utilizzando approcci del tutto inaspettati e rivoluzionari. 
Dinanzi a tali risultati straordinari, anche i più scettici dovettero ricredersi pubblicamente, pur se a denti stretti. Il livore generalizzato verso questa particolare ricerca scientifica è divenuto negli anni seguenti oggetto di studio per diversi articoli di sociologia e psicologia. (…)

(…) Le polemiche tuttavia non terminarono: i Glifi si rivelarono necessari anche per impedire le terribili mutazioni molecolari che il contatto diretto con i CNQ poteva causare agli organismi viventi. Ancora oggi non esiste una teoria in grado di spiegare la natura fisica di tali mutazioni e questo ha portato molti esperti a considerare i Circuiti Nanoquasici “la più pericolosa tecnologia mai creata dalla specie umana”. Affermazione non condivisa dal Team Montalcini, in quanto la tecnologia dei Glifi è oramai in grado di garantire ottimi fattori di sicurezza. Resta tuttavia il mistero scientifico. (…)

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