Capitolo 9: Ripresa Decisa

Paure sottili
Il carrello Maglev era lungo una decina di metri, affusolato e coperto da uno strato trasparente, permettendo una visuale a trecentosessanta gradi dell’imponente galleria principale. Scorreva su un binario simile a uno scivolo acquatico, in perfetto silenzio, a una media di 180 chilometri orari
Entra
Camera Quantistica
La stanza era apparentemente vuota. La luce e la disposizione geometrica delle pareti giocavano strani scherzi e parevano mutare angolazione e forma a seconda del punto di osservazione
Entra
Addormentandosi
Carlo faticava a prendere sonno. Giaceva sul letto, supino, osservando la Via Lattea che ruotava lentamente sul soffitto e ascoltando in sottofondo l’adagio da ‘L’Autunno’ di Vivaldi. Ma neppure una combinazione così intensamente distensiva riusciva a rasserenarlo.
Entra
Dubbi
Jacq-ueline Bisset si osservò allo specchio con sguardo critico, cercando di capire quale via avrebbe preso. Non aveva mai vissuto la propria duplicità come un aspetto negativo, ultimamente però iniziava a sentire una certa stanchezza nel dover decidere quasi ogni settimana se essere femmina o maschio.
Entra
Galleria di servizio
Carlo non avvertì il rumore dello sparo, forse perché il cecchino aveva usato un silenziatore ultimo modello, di quelli che si fanno scappare solo un sibilo udibile a breve distanza.
Entra
La Seconda Colonia
Non tutti i Comunicanti, i sottogruppi votati alla conoscenza e alla memoria, erano consapevoli - una consapevolezza diffusa, non individuale, un cloud cosciente dei dati e del proprio ruolo nel trattarli ma non di sé stesso né della propria molteplicità - che le Arche fossero sessantaquattro.
Entra
Piz Boè
Dolore. Dolore sordo, controllato chimicamente, dolore in procinto di esplodere se avesse respirato troppo forte. Carlo era vagamente consapevole di voci concitate intorno a lui e di cui riusciva a cogliere solo qualche frammento.
Entra
Previous slide
Next slide
Escher - Casa di Scale