PMD

Personal Multinterface Device
Estratti da WikiNet del 16-12-2076 – Approccio Superficiale

(…) Evoluzione degli antichi computer portatili e dei tablet di inizio secolo, il PMD è un assistente digitale avanzato in grado di interfacciarsi, senza contatto fisico, alla psiche dell’utente, diventando un’estensione delle capacità cerebrali umane. Il Personal Multinterface Device integra diverse tecnologie, dall’Intelligenza Artificiale alla computazione quantistica, dalle tecnologie polimorfiche all’interfaccia PSI. Alcuni modelli sono dotati di funzioni 0-Gravità, un sistema di nano-laser che creano micro-correnti atmosferiche in grado di far levitare il device all’altezza desiderata. (…)

(…) Tutti gli ultimi modelli sono provvisti di riconoscimento a chiave genetica, attualmente il più sicuro metodo di criptazione conosciuto, che utilizza una particolare applicazione dei numeri transfiniti al genoma dell’utente. Il sistema funziona in entrambi i sensi, sia per la protezione da intrusioni esterne sia per impedire utilizzi illeciti del sistema all’utente stesso. Ciò si è rivelato necessario in quanto molte persone non resistevano alla tentazione di violare i sistemi dei consanguinei, anche se ‘a fin di bene’. (…)

(…) Molti filosofi e ricercatori affermano che l’era del Personal Multinterface Device è un passo evolutivo vero e proprio, in quanto spinge l’umanità verso una realtà uomo-macchina-uomo connessa a un livello molto superiore rispetto al passato. Ciò potrebbe causare delle mutazioni spontanee a livello celebrale nell’arco di due o tre generazioni. Alcuni risultati ottenuti durante le ultime settimane attraverso la Prima Scansione Totale dei neonati sembrano andare nella direzione di una conferma di questa tesi, ma il campione statistico è ancora troppo esiguo. (…)

(…) In particolare l’interfaccia PSI, una tecnologia definita ‘d’interfaccia diretta’ che permette il collegamento delle funzioni del device con la mente dell’utilizzatore, dopo i problemi incontrati con i primi modelli sta rivelandosi una delle tecnologie di maggior successo degli ultimi decenni, portando l’integrazione uomo-macchina a livelli impensabili fino a pochi anni fa. Per questo motivo si è rivelato necessario adottare un sistema di sicurezza particolarmente rigido nell’interfaccia PSI, consistente in una serie di filtri gerarchici in grado di limitare e controllare le interazioni impedendo una simbiosi eccessiva e potenzialmente dannosa. I primi esempi di interfaccia PSI difatti si rivelarono difettosi, in quanto richiedevano una concentrazione eccessiva dell’utente e, in qualche caso, hanno indotto delle alterazioni alla mente dell’utilizzatore, fortunatamente non gravi e solo momentanee. (…)

(…) Restano comunque utilizzabili diverse modalità di utilizzo meno impegnative, come le interfacce a movimenti liberi o il dialogo diretto. I modelli sul mercato sono molteplici ed utilizzano diverse varianti di un sistema operativo di base, il Qunix, nato con l’avvento dei primi computer quantistici. L’interfaccia del sistema è ricca e completa in quanto applica i principi del design polimorfico e si adegua col tempo alla psiche del fruitore, sia attraverso interventi di personalizzazione sia attraverso DaRWiN*, un sistema AI avanzato, specializzato nell’esaminare le reazioni del fruitore a minime variazioni casuali dell’interfaccia. DaRWiN seleziona le possibili soluzioni sinestetiche seguendo un processo simile a quello evolutivo e avvicinandosi sempre più all’interfaccia ideale per le esigenze dell’utente. (…)

(…) Discorso a parte meritano i possibili accessori dei Personal Multinterface Device, sia quelli integrati nei vestiti (dai semplici schermi flessibili fino a sofisticati meccanismi di difesa) a quelli impiantati nel corpo dell’utente. Dei primi ormai esistono centinaia di possibili tipologie e modelli, compresi quelli non propriamente legali che ognuno può costruire in casa grazie ai progetti disponibili sulla Net. I secondi si sono meno diffusi di quanto ci si aspettasse nei romanzi di fantascienza cyberpunk. Da studi statistici risulta che la maggioranza delle persone non si è ancora abituata all’idea di oggetti estranei all’interno del proprio corpo, per quanto miniaturizzati. Allo stesso tempo stanno incontrando un certo apprezzamento, negli ultimi mesi, i sistemi di ornamento da pelle, soprattutto fra le giovani generazioni: si tratta di nanomacchine che stazionano negli strati esterni della cute e permettono di creare disegni molto colorati, programmabili direttamente dal PMD. (…)

* Data Reliabe Willful Nurse – Balia Ostinata a Dati Affidabili Secondo un aneddoto narrato dal suo creatore Helmut Rottenmeier, ricercatore dell’università di Vienna, questo nome piuttosto bizzarro gli venne in mente quando si rese conto che la nuova AI aveva assorbito molto del suo carattere tendenzialmente pignolo. (…)

Glifo_2_27_4_Full